1111111

Facilitare un mercato territoriale di Energy Performance Contracting

Thomsen_KEAIl 25 maggio si svolgerà presso la sede di Assimpredil Ance a Milano un workshop su Strategie finanziarie innovative per retrofit energetici in Italia. L’evento si svolge nell’ambito del progetto Horizon 2020 CITYnvest, i partner sono Renovate Italy, Fondazione Cariplo, Kyoto Club. Christoph Thomsen dell’Agenzia per il Clima e l’Energia di Baden Württemberg, importante Land nel sud della Germania, presenterà le attività della sua Agenzia per facilitare un mercato territoriale di Energy Performance Contracting. Segue un’intervista a cura di Karl-Ludwig Schibel che anticipa alcuni elementi del suo intervento.

Facilitare un mercato territoriale di Energy Performance Contracting
Intervista a Christoph Thomsen, KEA

Domanda: Ci vuole dire qualcosa sulla sua Agenzia per il Clima e l’Energia? Ho capito bene che si tratta di un’Agenzia del Land di Baden Württemberg?
CT: Si tratta di una srl, il Land detiene il 58% della società, gli altri soci sono produttori di energia, camere di commercio, imprese, associazioni di categoria e un’associazione ambientale. Il giro d’affari è di circa 3 milioni euro/anno.

D: Incluso i finanziamenti pubblici?
CT: Non riceviamo finanziamenti istituzionali, l’Agenzia si finanzia esclusivamente attraverso gli introiti dai servizi che offre. Non possiamo andare in rosso.

D: A chi offrite i vostri servizi?
CT: Agiamo sul mercato, i clienti per lo sviluppo di progetti per l’efficienza energetica vengono da tutti i settori, ma prevalentemente sono Comuni, enti territoriali, il Land, proprietari di edifici pubblici come case di riposo, case di cura, chiese, la Caritas, ospedali pubblici. I nostri stakeholder sono le aziende sanitarie, le cooperative energetiche, i contractor e le loro associazioni di categoria – tutti coloro che hanno un interesse di promuovere il contracting e quanti potrebbero beneficiarne. Solo una parte delle nostre attività sono consulenze per il ministero per l’Ambiente. Al momento parliamo di una piccola parte del nostro bilancio che però in futuro si allargherà.

D: Perché?
CT: Perché sta crescendo il ruolo del teleriscaldamento nella strategia climatica del Land che richiede però una preparazione del mercato. Attualmente è molto difficile guadagnare sul mercato con il teleriscaldamento e per questo il governo regionale ci fa lavorare sulla creazione del mercato. Offriamo consulenze iniziali, lavoriamo nella ricerca, prepariamo il mercato.

D: Quale ruolo gioca il contracting nelle vostre attività?
CT: Il contracting interessa come service contracting i produttori di energia, le aziende municipalizzate, le ESCO.

D: Immagino interessano più che altro le ESCO di medie dimensioni, mentre quelli grandi come Enbw o Siemens non hanno bisogno di un’Agenzia come la vostra.
CT: Invece si, hanno bisogno di un intermediario se vogliono lavorare con il settore pubblico – con i Comuni per esempio. Gli enti pubblici e le istituzioni cercano un interlocutore neutrale di cui possono fidarsi come sviluppatore del progetto. La mancanza di sviluppatori di progetti attualmente è il collo della bottiglia, ci sono pochi che sanno fare un buon lavoro in questo campo.

D: Stiamo parlando di studi di fattibilità.
CT: Lo studio di fattibilità è solo il primo passo dello sviluppo di un progetto. Segue il processo decisionale politico, se si vuole fare il progetto e come. Affianchiamo il cliente in tutti i passi successivi, dall’elaborazione del bando fino alla firma del contratto. Il nostro ruolo è di salvaguardare il suo interesse verso il contractor che ovviamente ha più know how in materia. Fa bene al Comune se ci siamo anche noi per far valere in modo adeguato gli interessi dell’ente.

D: L’obiettivo dell’Agenzia è di assistere i clienti nell’acquisto di servizi energetici sulla base di interventi comprensivi di retrofit profondo?
CT: Esatto. L’obiettivo sarebbe di non solo sostituire l’impianto di riscaldamento, ma di guardare l’edificio intero. Guardare l’impiantistica – la produzione di caldo e freddo, la distribuzione, l’aerazione – l’illuminazione, l’involucro, verificare i potenziali di risparmio ed elaborare poi un concetto comprensivo dove la prima verifica è quanto si riuscirà di abbassare i consumi per poi dimensionare gli impianti da realizzare sulla base dei nuovi consumi più bassi. Il problema ovviamente è l’involucro per i tempi estesi di pay-back e uno dei nostri progetti di ricerca è di elaborare delle strategie finanziarie e modelli standard per includere nel pacchetto del contracting misure con tempi più lunghi di ammortamento, come tipicamente l’involucro, per arrivare a delle ristrutturazioni più profonde.

D: Perché l’involucro presenta più problemi dell’impiantistica?
CT: Perché mancano i casi valutati e mancano gli strumenti per calcolare in modo affidabile i potenziali di risparmio nell’involucro. Stiamo lavorando su un progetto a Mannheim di un caso di ristrutturazione profonda, involucro incluso, che portiamo avanti come pratica esemplare. Il bando adesso è uscito, ne potrò parlare alla conferenza del 25 maggio a Milano, anche se i lavori di ristrutturazione partiranno solo in estate.

D: Un concetto chiave nel vostro lavoro è quello delle sinergie. Che cosa intendete? Qual è il vantaggio dei “pacchetti” con la vostra Agenzia come interlocutore?
CT: Sinergia nel processo di retrofit significa affrontare insieme tutti gli ambiti per evitare situazioni dove prima si interviene sul riscaldamento, dopo sull’involucro per poi dover costatare che l’impianto di riscaldamento è sovradimensionato. Un altro esempio tipico per i comuni è che cominciano con l’illuminazione perché l’intervento si ammortizza velocemente, per poi non avere più il respiro per altre misure meno redditizie. Se invece si confeziona un bel pacchetto con un mix di misure altamente economiche e misure di risparmio che sono molto indicate ma meno redditizie, diventa poi più facile far deliberare dal consiglio comunale un tale insieme organico.

D: Nel campo dell’efficienza energetica da anni ci si lamenta puntualmente dei grandi potenziali che non vengono usati. La strategia che lei propone è di adattare meglio le offerte ai bisogni dei clienti. Che cosa ha in mente?
CT: Un esempio molto attuale in Baden Württemberg e non solo sono i quartieri per i rifugiati. Sono arrivati in Germania 1,2 milioni di persone e per i Comuni che le devono ospitare l’efficienza energetica degli alloggi è l’ultima preoccupazione. Hanno bisogno di molta cubatura in poco tempo per poter sistemare la gente. Spesso si tratta di stabili costruiti non come abitazioni ma per altri scopi, offriamo dunque ai Comuni un audit energetico che comprende però anche altre misure di ristrutturazione per l’abitabilità: piastrelle nel bagno, pavimento nel soggiorno, impianto elettrico a norma, etc. e parte dell’offerta è anche l’effcientamento energetico. Il contractor offre un pacchetto comprensivo, fornisce anche il calore, si occupa della manutenzione ordinaria e straordinaria. In tal modo non solo libera il Comune da questo carico addizionale di lavoro in modo che si può concentrare sulle proprie funzioni ma fornisce anche un quadro preciso dei futuri costi per la gestione degli edifici e una garanzia di efficienza.

D: Non avete dei problemi di trovare le imprese che sono in grado di fare delle offerte valide per i bandi che si riferiscono a tali progetti?
CT: Abbiamo prima preso degli accordi con l’associazione di categoria VfW, i contractor per i servizi energetici, per verificare che ci sia un numero sufficiente di imprese interessate. Il nostro lavoro in questa fase si concentra di più sul creare la domanda.

D: L’impressione è che vi siete creati una bella rete sia sul lato dell’offerta che della domanda?
CT: La costruzione di questa rete è stato un nostro lavoro prioritario che abbiamo portato avanti per due anni con una lunga serie di incontri. È importante la conoscenza reciproca. Nelle riunioni con oltre cento stakeholder presenti, ma anche negli incontri dei sotto-gruppi più piccoli sulle strategie finanziarie, la standardizzazione delle gare ed altri temi, abbiamo elaborato un catalogo di 10 punti che in seguito abbiamo inoltrato al Ministero per l’Ambiente del Land e che adesso passo per passo viene attuato.
Al contracting manca una vera e propria lobby e per questo è utile e importante radunare tutti gli stakeholder intorno a un tavolo sia dal lato dell’offerta che della domanda, per scambiarci le esperienze, le difficoltà e le domande per poi cercare un ascolto politico. Abbiamo potuto comunicare al Ministero quali sono i punti sensibili che richiedono un intervento politico. La comprensione del contracting come prodotto non è molto diffusa, neanche nei comuni. Una conseguenza è stata l’istituzione da parte del Ministero di un centro di competenza contracting che la nostra Agenzia ospita. Come interlocutore imparziale fornisce informazioni, consulenze iniziali e fa anche sopralluoghi per una prima valutazione dei potenziali di un determinato oggetto. Proprio perché anche nei comuni la comprensione del contracting è bassa e aiuta molto prendersi il tempo per un contatto personale. Ci attiviamo anche in situazioni conflittuali tra contractor e cliente cercando di risolverle prima che diventino casi giudiziari.

D: La vostra Agenzia fa anche formazione per facilitatori del contracting per creare una rete di sviluppatori di progetti come figure intermedie per chi vuole acquisire servizi energetici?
CT: Cerchiamo attivamente persone interessate negli studi professionali e nelle altre agenzie per superare la mancanza di competenze nel sviluppare progetti, accompagnare le gare e affiancare i committenti secondo i loro bisogni. Sono troppo pochi gli esperti che sanno fare questo lavoro.

D: Come ci possiamo immaginare la collaborazione a livello nazionale. La KEA fa rete con le agenzie degli altri Länder?
CT: L’Agenzia federale tedesca per l’energia, Dena, ha un gruppo di lavoro sul contracting, due volte all’anno ci riuniamo per uno scambio con gli altri Länder. Collaboriamo anche con il Ministero per l’Economia che nel proprio piano d’azione per l’efficienza energetica ha una sezione sul contracting, e noi affianchiamo i loro tecnici nell’attuazione dei programmi. Un tema da affrontare è ad esempio nel settore commerciale e artigianale il rischio di fallimento dell’azienda-cliente durante il periodo del contracting. Un rischio che fa fallire molti progetti validi e che può essere affrontato con una fidejussione da parte del governo nazionale o regionale dell’80% in modo che il contractor perde nel caso peggiore solo il 20%. La mancanza di sensibilità tra gli attori non è l’unico problema. Ci sono altri ostacoli molto reali che il mercato non risolve e dove un’Agenzia come la KEA può essere di aiuto.

Per ulteriori informazioni: Alleanza per il Clima Italia onlus, 075.855 4321, coordinamento@climatealliance.it

La partecipazione al workshop è gratuita, è richiesta la registrazione online

Posted in Senza categoriaTagged  |  Leave a comment

Leave a reply