1111111

Transizione energetica e GPP ai tempi del PNRR e delle comunità energetiche – Stakeholder Café

29 giugno 2021 | 10:30 – 12:30 | online su ZOOM

Questo Stakeholder Café – organizzato nell’ambito del progetto Horizon 2020 XPRESS – cercherà di capire da esperti, attori interessati, autorità pubbliche, PMI e altri i potenziali della PA e delle PMI come propulsori per la transizione energetica. Rivolgerà una particolare attenzione sul potenziale ruolo delle comunità energetiche come modello di organizzazione per una trasformazione dal basso con un importante ruolo degli enti locali.

Programma

Introduce e coordina
Karl-Ludwig Schibel, coordinatore Alleanza per il Clima Italia

PMI e PA nell’era della transizione energetica
Agostino Re Rebaudengo, presidente Elettricità Futura

Le comunità energetiche come nuovo modello di relazione tra i protagonisti per la transizione energetica
Sara Capuzzo, presidente di ènostra

Enti locali e i potenziali degli acquisti verdi per la crescita delle energie rinnovabili
Silvano Falocco, Fondazione Ecosistemi

Strategie finanziarie degli enti pubblici a favore delle energie rinnovabili
Fabio Camilletti, direzione generale Banca Etica

Dibattito

Protocollo dell’incontro

Agostino Re Rebaudengo, presidente di Assorinnovabili e, da luglio 2020, di Elettricità Futura, evidenzia il crescente fallimento dei bandi del decreto RES 1 e la complessità nell’ottenere le autorizzazioni. Con la situazione attuale, gli obiettivi di decarbonizzazione dell’UE del 55% saranno raggiunti solo nel 2090, andrebbero sviluppati 7 GW all’anno invece ne vengono prodotti meno di 1. La capacità incrementale necessaria è di 70 GW di cui 15 GW saranno capacità distribuite, cioè in parte dalle comunità energetiche secondo il PNRR. Su un totale di circa 950.000 impianti FER e CAR in Italia, circa 900.000 hanno una capacità inferiore a 20 kW. La quota di energia autoconsumata nel nostro paese è aumentata negli ultimi anni e nel 2019 ha rappresentato il 10% dei consumi finali di energia elettrica.
Le principali proposte di Elettricità Futura sull’energia distribuita:
– Evitare duplicazioni inefficienti della rete, confermando il criterio dello “scambio virtuale” nelle iniziative di autoconsumo tra più utenti.
– Prevedere una maggiore autonomia nel definire quando e come ritirarsi dalle configurazioni.
– Promuovere il principio di semplificazione facilitando i requisiti documentali/amministrativi nell’ambito delle configurazioni nell’ambito dell’autoconsumo.
– Attuare tempestivamente la direttiva sul mercato che, regolando la creazione di comunità energetiche di cittadini, favorirebbe anche la diffusione dell’autoconsumo e la diffusione di altre tecnologie virtuose, come la microcogenerazione ad alto rendimento.

Sara Capuzzo è la presidente di ènostra, una cooperativa che produce e fornisce energia rinnovabile etica e sostenibile, costruisce impianti collettivi, attiva comunità di energie rinnovabili e configurazioni di autoconsumo collettivo. La cooperativa è nata a seguito della direttiva sulle energie rinnovabili, che riconosce ai cittadini la possibilità di autoprodurre, consumare e vendere energia rinnovabile, come iniziative dal basso cioè governate dagli stessi soci. Il potenziale delle comunità energetiche:
– Installazione di circa 3,5 GW di impianti fotovoltaici (+1,3 GWh di capacità di stoccaggio)
– Coinvolgimento di circa 150 – 300 mila clienti non residenziali e oltre 1 milione di utenti residenziali
– Creazione di circa 5 – 10 mila configurazioni di collettivi di autoconsumo e circa 20.000 comunità di energie rinnovabili
– Produzione di oltre il 45% della capacità fotovoltaica di nuova installazione necessaria per l’obiettivo fissato dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (28,5 GW di capacità totale installata al 2025)
– Evitare 4 – 8 GWh di perdite di rete attraverso l’autoconsumo in loco.
– Riduzione delle emissioni di CO2 di circa 23 milioni di tonnellate (valore stimato 460 milioni di €/anno).
Altri obiettivi tecnici sono quelli di promuovere la transizione energetica e l’autoconsumo in loco a livello locale, anche al fine di creare impatti positivi sulla rete di distribuzione, di modellare i prelievi e i feedback di energia nella rete, anche sulla base dell’analisi dei dati di consumo trimestrali, per massimizzare l’autoconsumo di energia prodotta da impianti fotovoltaici. Molto importanti sono anche gli obiettivi sociali, quali: rendere la transizione energetica più desiderabile e accessibile, sensibilizzare i membri della comunità all’uso razionale dell’energia, ridurre il consumo e aumentare l’efficienza energetica, incrementare il risparmio energetico riducendo la spesa delle famiglie, con particolare attenzione ai consumatori vulnerabili implementando modelli virtuali replicabili di produzione diffusa e di autoconsumo che diano un ruolo centrale ai cittadini, alle PMI e ai governi locali. Al momento della realizzazione, dopo uno studio di fattibilità sul territorio, la cooperativa si occupa principalmente di enti locali con vari obiettivi tra cui la lotta alla povertà energetica.  Sara Capuzzo ha mostrato alcuni esempi di comunità rinnovabili in Italia, tra cui un piccolo paese in Sardegna dove il comune ha coperto l’intero costo dell’impianto. In conclusione, il ruolo dei territori e degli Enti Locali è centrale per il successo delle iniziative al fine di risolvere le criticità riscontrate, supportare e formare i funzionari pubblici. Le leggi regionali dovrebbero facilitare l’attivazione dei CER mettendo a disposizione risorse economiche senza oneri burocratici.
Per quanto riguarda le criticità di questo modello, Sara Capuzzo ha risposto che trattandosi di un modello nuovo, tutti gli attori in campo devono prima familiarizzare con esso. Un problema è sicuramente l’accesso ai dati di consumo che, se assenti, rendono impossibile calcolare i consumi reali .

Secondo Silvano Falocco è necessario partire dal ruolo che il GPP ha sia nel Green Deal che nel PNNR per capire il contesto in cui ci stiamo muovendo. Nel Green Deal il GPP gioca un ruolo importante, così come in altri documenti della Commissione come il Farm to Fork e la direttiva sull’economia circolare. Lo strumento del GPP è particolarmente flessibile e risponde a tutte le strategie di sostenibilità messe in atto dalla commissione UE, in particolare per la riduzione dei gas serra e il passaggio dai combustibili fossili alle energie rinnovabili. Con le nuove linee guida, quando le amministrazioni pubbliche potranno utilizzare i fondi del PNRR, dovranno fare riferimento al GPP. Tuttavia, ci sono difficoltà, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione delle opere. Anche se il GPP è in tutti i documenti, raramente fa parte dell’agenda politica e non è una priorità per i funzionari che dovrebbero introdurlo. Pertanto, si riscontra la necessità di una formazione continua del personale della pubblica amministrazione, soprattutto nella fase iniziale delle procedure, poiché spesso c’è la tendenza a copiare le offerte presentate nelle gare precedenti, escludendo il GPP, nonostante il fatto che sia obbligatorio come indicato nell’art. 34. Un ulteriore problema è che i criteri ambientali minimi sono molto meno rispettati di quanto dovrebbero. La formazione e l’informazione degli attori pubblici sono quindi fattori molto importanti. Un elemento cruciale che darebbe impulso all’adozione del GPP è la valutazione dei costi del ciclo di vita, cioè la presa in considerazione dei costi relativi alla gestione e alla manutenzione del bene durante il suo ciclo di vita, che rappresenta una spesa per le amministrazioni pubbliche.

Fabio Camilletti, consigliere di Banca Etica. Il tema più importante a livello finanziario è il Piano d’azione per la finanza sostenibile, che riguarda essenzialmente l’aspetto ambientale più che quello etico. Le istituzioni finanziarie non sono direttamente interessate dalle normative sugli appalti che riguardano le pubbliche amministrazioni. Per i comuni più grandi, visti i grandi investimenti previsti dal Green Deal, si potrebbe aprire la strada a obbligazioni o fondi per sostenere progetti sostenibili. Il problema rimane per le amministrazioni più piccole – i comuni con meno di 5.000 abitanti sono la maggioranza in Italia – e spesso hanno poca capacità di affrontare progetti innovativi. Un ulteriore problema sta nella mancanza di continuità della classe politica, che inibisce la pianificazione a lungo termine. Tornando al ruolo delle banche, esse intervengono nella fase successiva all’aggiudicazione di una gara, fungendo essenzialmente da garanti, anche se servirebbero strumenti per valutare la sostenibilità finanziaria dei progetti. Un’altra questione importante è l’efficienza delle amministrazioni pubbliche. Banca Etica sta seguendo un progetto con una ESCO in Abruzzo per migliorare l’efficienza dell’illuminazione pubblica, in cui il comune sostiene il costo iniziale e poi paga un canone pari o inferiore al consumo prima dell’intervento. Questo è un modello che si sposa bene con quello delle comunità energetiche. Per quanto riguarda le PMI, la legislazione sulle comunità energetiche dovrebbe tenere conto di queste realtà per andare verso la sostenibilità.

 

 

Posted in news