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Politiche, Strumenti ed esperienze per il Patto dei Sindaci 2.0
Conferenza Venerdì 29 novembre 2013
Bologna, ore 9.00-16.00
Palazzo D’Accursio, Cappella Farnese, Piazza Maggiore

A conclusione del Progetto “Intelligent Energy NET-COM” il workshop servirà a tastare il polso del Patto dei Sindaci in Italia e ad analizzare gli approcci esemplari discutendo sulle priorità per le politiche energetiche locali e regionali. Verranno presentate le esperienze di Venezia, Napoli, Bologna, Padova, Cefalù e della Provincia di Torino.

Punto di partenza sarà l’enorme patrimonio di oltre 1600 Piani di Azione per l’Energia Sostenibile che sono stati elaborati in Italia. Che ruolo svolgono per uno sviluppo sostenibile locale integrato, quale potrebbe essere la loro funzione per le politiche energetiche delle Regioni e dello Stato nazionale? Un secondo punto di dibattito sarà quello dell’inserimento dell’adattamento ai cambiamenti climatici all’interno di una politica integrata del clima locale, con la strategia di Francoforte come buona pratica in atto.

La conferenza è organizzata da tre grandi reti che lavorano sulle politiche climatiche locali – Alleanza per il Clima Italia, il coordinamento nazionale Agende 21 locali e Kyoto Club – con la ferma convinzione che il futuro del Patto dei Sindaci in Italia richiede – per spostarsi nella seconda fase di implementazione e monitoraggio che è ormai all’ordine del giorno di questo importante progetto – una fattiva collaborazione dei coordinatori, dei sostenitori e dei firmatari nel quadro di un coordinamento nazionale.
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La 19° Conferenza delle Parti (COP19) a Varsavia
In vista della Conferenza delle Parti (COP 19), che si è aperta a Varsavia (PL) lunedì 11 novembre 2013, il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione per affrontare la politica europea sui cambiamenti climatici. La Conferenza di Varsavia dovrà essere la chiave di volta verso un accordo globale e vincolante relativo ai Cambiamenti Climatici che dovrebbe concludersi con la COP 21, che si terrà a Parigi nel 2015. La partenza delle trattative a Varsavia sarà decisiva per il futuro della politica climatica sia a livello europeo che internazionale.

Anche se l’Europa ha dimostrato le posizioni più progressive nei precedenti negoziati internazionali, al momento le discussioni sulla politica climatica ed energetica per il 2030 potrebbero compromettere l’importante ruolo di leadership svolto in passato. Nella risoluzione votata fine ottobre dal Parlamento Europeo, i deputati hanno affermato l’ambiziosa offerta di aumentare l’obiettivo al 30% nel 2020 se altri importanti paesi si impegneranno con obiettivi comparabili. Questo potrebbe essere in linea con gli obiettivi dell’Alleanza per il Clima (riducendo il 10% di emissioni di CO2 ogni 5 anni) così come l’ambizioso impegno assunto con i Piani d’azione di energia sostenibile (SEAPs) nell’ambito del Patto dei Sindaci (obiettivo di riduzione media del 30% entro il 2020). Pertanto le Istituzioni europee dovrebbero considerare gli enti locali come un importante alleato in grado di plasmare e implementare la politica climatica ed energetica europea, sia ora che alla luce del quadro individuato per il 2030.

Alleanza per il Clima evidenzia i seguenti appuntamenti a Varsavia:

15 Novembre 2013: “Meccanismi di supporto al monitoraggio dei piani d’ azione di energia sostenibile (SEAPs) ”
Saranno presentati esempi su metodi e strumenti per lo sviluppo di SEAP e Piani Climatici, e il supporto che essi potrebbero portare a livello comunale. Particolare attenzione sarà data al tipo di metodologia da utilizzare nell’integrazione di adattamento nei SEAP.

22 Novembre 2013: “ Uniti nella transizione energetica: locale, nazionale, Europea – e globale?”
Quale aspetto e quale partnership tra tutti i livelli di governo che sono stati stabiliti in Europa, cosa hanno realizzato e come possono raggiungere l’ambizioso accordo globale sul clima previsto per il 2015. Il workshop, organizzato dal coordinamento europeo e da Alleanza per il Clima Italia vedrà la testimonianza di Iris Flacco, direttore dell’ufficio energia della Regione Abruzzo e il direttore Antonio Sorgi sul modello abruzzese di governance del Patto dei Sindaci e di Mario Gamberale, coordinatore del gruppo di lavoro energia del Kyoto Club.

Per il programma completo

Repowermap, la mappa degli impianti energetici da fonti rinnovabili
Repowermap.org è una iniziativa co-finanziata dall’Unione Europea e coinvolge un’ampia rete di organizzazioni, autorità locali e regionali, società private e altri soggetti. L’obiettivo è quello di promuovere le energie rinnovabili e l’efficienza energetica sviluppando una mappa interattiva online, che mostra la localizzazione e le informazioni associate agli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e agli edifici ad alta efficienza energetica presenti in un territorio. Aggiungi anche tu i tuoi esempi e integra la mappa nel tuo sito web, in modo semplice, veloce e gratuito. Così i tuoi impianti e attività saranno visibili ad un ampio pubblico e potrai aumentare la conoscenza e consapevolezza delle persone sulle energie rinnovabili, promuovere lo scambio di informazioni e fare in modo che i cittadini diventino parte attiva per la loro diffusione sul territorio.
Per ulteriori informazioni: Stefano Capaccioli, ETA-Florence, stefano.capaccioli@etaflorence.it, Tel +39 055 5002174

I governi locali – la risorsa nascosta per la Green Economy europea
Nel corso di un incontro con il Commissario europeo per l’azione per il clima Connie Hedegaard, i membri del Consiglio dell’Alleanza per il Clima hanno affermato la loro volontà di creare un partenariato stabile con la Commissione europea per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici per il periodo post-2020. Il Commissario Hedegaard ha sottolineato l’importanza del ruolo delle autorità locali per garantire “l’alto livello di ambizione necessario per realizzare l’importante trasformazione che stiamo tutti vivendo oggi”, non solo in relazione alla riduzione delle emissioni, ma anche per limitare la scarsità energetica, per favorire la creazione di posti di lavoro a livello locale e per garantire un maggiore ritorno sugli investimenti.

I membri del Consiglio dell’Alleanza per il Clima hanno fornito nell’incontro prove dell’impatto economico e sociale positivo dato dall’azione climatica. “Secondo un’indagine back-casting, 9 milioni di euro rimarranno nel bilancio della città dell’Aia per ogni punto percentuale di energia risparmiata” ha evidenziato il vice sindaco Rabin Baldewsingh. La città di Monaco di Baviera (Germania) ha finanziato l’efficienza energetica negli edifici privati e commerciali per diversi anni mobilitando con 12 milioni di euro annui investimenti di 200 milioni. Le sovvenzioni quindi hanno un effetto leva importante per stimolare investimenti privati ha affermato Joachim Lorenz, assessore comunale di Monaco e presidente dell’Alleanza per il Clima. I co-finanziamenti coprono una vasta gamma di misure quali l’isolamento dell’edificio, la generazione di calore e i sistemi solari termici. E, infine, secondo Camille Gira, sindaco di Beckerich (Lussemburgo), il suo comune produce il 90% della propria elettricità su bassa tensione e copre il 30% del proprio fabbisogno di calore. Nel 2012, la città di Beckerich ha incassato 500mila euro grazie alla vendita di calore. La produzione locale di energia è importante anche dal punto di vista economico: il denaro, rimanendo a Beckerich, avvantaggia l’economia locale e favorisce la creazione di posti di lavoro locali .

Al fine di realizzare le azioni necessarie, è necessario un forte sostegno da parte della Commissione europea. Simona Arletti, assessore all’ambiente e alla sanità del comune di Modena ha sottolineato che “Noi siamo stati seri nell’adottare il nostro Piano di Azione per l’Energia Sostenibile. Ora abbiamo bisogno di sostegno per l’implementazione”. Simona Arletti ha invitato la Commissione a fornire un sostegno finanziario per gli investimenti necessari ad attuare a livello locale una politica del clima costante e a lungo termine. Al di là del cruciale sostegno finanziario, Karl-Ludwig Schibel, membro della presidenza e coordinatore di Alleanza per il Clima Italia, ha sottolineato la grande importanza della collaborazione diretta tra la Commissione e le amministrazioni locali, nel contesto del Patto dei Sindaci, che evidenzia e valorizza le politiche energetiche locali ed è il fattore centrale per il travolgente successo di questa iniziativa della Commissione in Italia.

L’Alleanza per il Clima invita a porre obiettivi vincolanti e ambiziosi per l’efficienza energetica, in favore delle energie rinnovabili e della riduzione delle emissioni di CO₂ nel quadro 2030 delle politiche climatiche ed energetiche. I membri dell’Alleanza per il Clima offrono il loro sostegno per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici in Europa e chiedono in cambio un quadro politico solido con adeguati finanziamenti.

La strategia di adattamento ai cambiamenti climatici di Francoforte sul Meno
Hans-Georg Dannert, responsabile del gruppo inter-assessorile per l’adattamento ai cambiamenti climatici del Comune di Francoforte, presenterà la strategia di adattamento del Comune di Francoforte alla conferenza “Politiche, Strumenti ed Esperienze per il Patto dei Sindaci 2.0” che si terrà il 29 novembre a Bologna. Con  lui abbiamo parlato più che altro di come questo campo d’azione sia stato inserito nell’agire quotidiano dell’amministrazione comunale.

Intervista con Hans-Georg Dannert, responsabile del gruppo inter-assessorile per l’adattamento ai cambiamenti climatici del Comune di Francoforte

a cura di Karl-Ludwig Schibel

Perché il Comune di Francoforte ha voluto elaborare una Strategia appositamente francofortese di adattamento ai cambiamenti climatici?
Il Comune di Francoforte ha fatto molto nell’ambito della protezione del clima e vanta una lunga tradizione con un proprio ufficio energia. Ad un certo punto è diventato chiaro che l’altra faccia della medaglia è l’adattamento ai cambiamenti climatici, vista la certezza che le condizioni ambientali e di vita cambieranno e che già stanno cambiando. La volontà politica era di affrontare questa situazione in modo concertato e non casuale. Quindi sembrava opportuno, in un momento ancora utile, darsi da fare a favore di una strategia coerente di adattamento per essere certi che all’interno dell’amministrazione nulla fosse lasciato all’incuria, che non venissero fatti dei doppioni, per assicurarsi inoltre che le informazioni fossero a disposizione di tutti i settori dell’amministrazione e che la città potesse prepararsi in modo trasparente ai cambiamenti climatici. Era questa la riflessione di partenza, non scaturiva da qualche occasione particolare o da qualche evento drammatico, ma sulla base di un giudizio generale.

Perché è stato creato per “affrontare l’adattamento in modo concertato”, un gruppo di coordinamento inter-assessorile, visto che esistono esperti specifici per l’adattamento ai cambiamenti climatici?
Abbiamo esperienze in altri campi, e con altre tematiche, da cui abbiamo potuto constatare che sempre – quando solo un singolo gruppo o addirittura una sola persona si occupa di un tema – diventa difficile l’attuazione perché il tutto è stato elaborato a una sola scrivania o con un solo responsabile, mentre l’attuazione coinvolge altri uffici, altri assessorati, altre competenze, a volte attraversando anche confini politici – e in queste costellazioni nascono facilmente situazioni di non-collaborazione o addirittura conflitti. Sono esperienze che abbiamo fatto, a volte anche sofferto a Francoforte, e ci siamo resi conto che questa non è la strada giusta. La strada giusta è piuttosto di affidare il tutto a un gruppo di coordinamento in una procedura di routine, senza grande clamore e senza la pretesa di essere qualcosa di speciale, facendo rientrare le attività a favore dell’adattamento climatico nella quotidianità dell’agire amministrativo.

Un approccio molto piacevole. Rimane però la domanda di come riuscite a superare le demarcazioni tra gli assessorati e la frequente mancanza di comunicazione?
L’istituzione del gruppo di coordinamento si basa su una deliberazione della giunta che già indica precisamente gli uffici coinvolti e affida il coordinamento all’assessorato all’ambiente e alla salute. Però l’attuazione delle misure e la responsabilità risiede nei i vari uffici, ai quali rimane anche una certa autonomia su come vogliono agire. Finora questo modo di impostare il processo ha funzionato bene. Nelle nostre riunioni emergono le attività necessarie che i componenti del gruppo riportano nei loro uffici dove spesso già esistono azioni nel campo. Quindi non si tratta di istituire qualcosa di completamente nuovo ma di intensificare delle attività già esistenti o di aggiustarne il tiro. Più intenso, più coordinato e a volte anche cambiando un po’ la direzione.

Quindi la maggior parte dei campi d’azione non sono legati specificamente ai cambiamenti climatici, ma il loro impatto sul territorio accentua problemi esistenti e necessita un approccio più intenso e coordinato? Esistono anche campi d’azione che si riferiscono specificamente ai cambiamenti climatici?
Va capito meglio di che cosa parlo quando mi riferisco a delle attività che “comunque” già si fanno. L’ufficio tecnico è attivo nella pianificazione del trasporto, l’ufficio per le aree verdi si occupa dell’arredo urbano, etc. però il coordinamento e l’impostazione specifica delle misure da prendere, sulla base della nuove informazioni sugli impatti dei cambiamenti climatici e sull’andamento prevedibile, richiedono uno scambio di informazioni. Abbiamo fatto ad esempio un progetto pilota con il servizio meteorologico tedesco sulle proiezioni climatiche per il territorio urbano, dove si vede come si svilupperanno le isole di calore nei prossimi decenni ed emerge anche che non si tratterà di un processo solo graduale, con un aumento generale di 1°o 2°C, ma che ci sono nuovi andamenti e fusioni che faranno nascere una nuova morfologia delle isole termiche. La stessa dinamica si verifica in altri ambiti, ci sono andamenti di intensificazione lineare che però a un certo punto cambiano qualità quando ci sono delle sovrapposizioni di trend. L’aumento delle precipitazioni intense di grandi quantità d’acqua in poco tempo creerà per esempio con tutti gli affluenti al fiume Nidda nuove minacce di inondazioni nel nord di Francoforte. Dove prevedere aree di ritenzione delle acque, quali sono le abitazioni minacciate, che tipo di misure consigliare ai proprietari? Questi sono i temi su cui nel gruppo di coordinamento per l’adattamento ci scambiamo informazioni per capire chi dovrebbe fare cosa.

Gli scenari degli impatti dei cambiamenti climatici forniscono quindi la base per le strategie che elaborate?
Questo è un elemento al quale si aggiungono i dibattiti nel nostro gruppo e le audizioni con esperti da altre città e altri paesi che lavorano ai più diversi punti di vista di questo grande complesso “adattamento ai cambiamenti climatici”. Recentemente abbiamo sentito una collega olandese che ha relazionato sull’arredo urbano e su come, ad esempio, progettare le pensiline del trasporto pubblico per offrire una protezione efficace contro il vento e la pioggia, possibilmente rendendole girevoli. Le idee sono molte! Importante è tenere d’occhio abitudini e comportamenti dei cittadini per capire come impostare nel dettaglio le misure.

Quali sono le collaborazioni del gruppo comunale di coordinamento con degli stakeholder esterni?
Il Land di Assia gestisce un Centro Cambiamenti Climatici dove esiste un tavolo dei presidenti dei comprensori, altri comuni ed esperti. Scambiamo le esperienze con altre città attraverso l’associazione regionale e quella nazionale dei comuni tedeschi, mentre a Francoforte cerchiamo il contatto con i cittadini attraverso la pagina web e le circoscrizioni.

Come vede il rapporto tra mitigazione e adattamento come campi d’azione di un’amministrazione comunale? Si rivolge l’attenzione sul “common ground” di mitigazione e adattamento o li vede come due campi distinti?
In un primo momento li vediamo come due campi distinti e insistiamo anche verso l’esterno sul fatto che siano tali, per una ragione molto semplice. La protezione del clima ha già una forte presenza nella coscienza pubblica e spesso il tema “adattamento climatico” viene considerato la stessa cosa. Frequentemente assistiamo a una reazione del tipo “Che volete? Siamo già attivi nella protezione del clima”. Nulla toglie che al contempo dedichiamo grande attenzione alla complementarità tra i due campi d’azione. Al gruppo dell’adattamento climatico appartiene anche un collega dell’ufficio energia che regolarmente presenta le attività per la protezione del clima. Comportamenti e misure che competono direttamente ai cittadini sovente si riferiscono ad entrambi i campi, protezione e adattamento: pensiamo nel residenziale all’isolamento termico, ai corridoi di aerazione, all’orientamento degli edifici che riducono le emissioni e migliorano la vivibilità in tempi del clima che cambia. Però in linea di massima vogliamo decisioni politiche e discorsi pubblici che si riferiscano specificamente all’adattamento e creino una consapevolezza specifica.

Torniamo al tema della governance, del rapporto tra il governo nazionale, i Länder e i Comuni. Nel 2008 il governo ha avviato la strategia nazionale di adattamento, parlando del proprio ruolo, quello dei Länder e di “altri gruppi sociali” senza mai menzionare i Comuni. Come vede il rapporto tra il livello nazionale, quello regionale? Poco tempo fa parlava del Centro Cambiamenti Climatici dell’Assia, e i Comuni? Fa una differenza se si tratta di un comune piccolo, medio o grande?
Non credo che la dimensione del Comune giochi un ruolo importante. Abbiamo preso atto della strategia nazionale di adattamento, l’abbiamo letta, ma per forza il discorso viaggia su un livello molto generale e per una città come Francoforte non ne consegue molto. Ma va poi anche detto che le varie parti della Germania hanno condizioni così diverse che sembra indicato concentrarsi bene sulla specificità del luogo, non solo in senso topografico ma anche guardando attentamente le condizioni in una città, i suoi punti forti e le sue debolezze, per trarre le proprie conclusioni e per rendere operativa una strategia di adattamento “a misura”. A Francoforte abbiamo scelto un approccio pluralistico cercando di portare tutti a una tavola e tentando di stimolare in ognuno un proprio interesse e impegno, ma anche per far sì che allo stesso tempo tutti possano vantare dei successi per i propri uffici.

Francoforte è all’avanguardia per l’adattamento ai cambiamenti climatici in Germania. L’associazione nazionale dei comuni tedeschi ha presentato come esemplare la vostra strategia ai suoi membri. Quali sono oggi le sfide più grandi, quali i deficit ancora da affrontare?
Rimane molto da fare nell’attuazione concreta. Procediamo per tre tappe: l’analisi dello stato di partenza, la proiezione dello sviluppo futuro e le linee guida sulle quali devono essere definite le rispettive misure concrete. Si tratta di stabilire delle priorità, quali sono i punti più sensibili, individuare collegamenti e far arrivare poi le informazioni lì dove vengono prese le decisioni, ad esempio con un’informativa ai costruttori e committenti di nuovi edifici. Un campo in cui vorremmo fare un passo in avanti è quello dell’analisi dei costi, vale a dire andare oltre l’argomento generale che l’adattamento preventivo è più conveniente della compensazione dei danni e avere delle cifre affidabili per mostrare di cosa stiamo parlando. Questo è un campo dove ci daremo da fare in futuro. L’obiettivo in ultima istanza dovrebbe essere che le città non glissino su situazioni che già oggi sono ben prevedibili, il che significa che l’adattamento deve godere della stessa attenzione che oggi riceve giustamente la protezione del clima. Le paure iniziali che l’attenzione all’adattamento potesse frenare le attività di mitigazione si sono rivelate infondate. La gente capisce molto bene che devono essere fatte entrambe le cose, come è anche chiaro che la sola protezione non basta e che già oggi esiste la necessità di adattamento. Ovviamente è anche di grande importanza l’adattamento nel sud del mondo per la vivibilità in questi paesi e le loro città, e anche per evitare i rifugiati del clima. Questo sarebbe l’auspicio dalla città internazionale di Francoforte.

Notizie dai membri

Le attività per lo Sviluppo Sostenibile del Comune di Ferrara
Il Comune di Ferrara, attivo in campo ambientale grazie alle numerose iniziative organizzate dal Centro di informazione e Documentazione sull’Educazione Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile (IDEA), promuove costantemente la crescita sostenibile del territorio. Segnaliamo tra queste le iniziative che si svolgono a Ferrara dal 16 al 22 novembre 2013 in occasione della Settimana UNESCO di Educazione allo Sviluppo Sostenibile 2013, consultabili a questo link. A breve scadenza (il bando è scaricabile fino al 15 novembre 2013) il termine per la partecipazione al percorso di community engagement “LOWaste for action” per il lancio di tre filiere di sviluppo locale sostenibile a partire da materiali di ri-uso (tessile ospedaliero, inerte edilizio e arredo urbano). L’obiettivo è costruire occasioni di partnership tra tutti i soggetti che compongono una filiera produttiva (dal designer, all’artigiano, al produttore al venditore) e di avviare una fase pilota del distretto del riuso di Ferrara.

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Appuntamenti

Settimana europea per la riduzione dei rifiuti
16/24 novembre 2013
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