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Editoriale eClimail #6

di Karl-Ludwig Schibel, coordinatore Alleanza per il Clima Italia

L’anno più caldo mai registrato sta per concludersi; un momento propizio, dunque, alla riflessione sul proprio impegno per la protezione del clima. La doppia sfida sarà quella di mantenere forte, anno dopo anno, l’impegno a fronte di una situazione in continuo peggioramento e, al contempo, non perdere la curiosità e l’apertura mentale a nuovi sviluppi e dinamiche, anche se dovessero mettere in discussione le convinzioni acquisite in questi decenni.

L’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) è ottimista che le emissioni di gas serra arriveranno al loro picco nel 2030 per diminuire da lì in poi. Un nuovo rapporto delle Nazioni Unite invece traccia un quadro allarmante sulla crescita della produzione di carburanti fossili prevista per i prossimi anni. Se le proiezioni attuali saranno confermate, nel 2030 gli Stati Uniti estrarranno più petrolio e gas che in qualsiasi altro momento della loro storia. Lo stesso faranno Russia e Arabia Saudita. “I governi stanno letteralmente raddoppiando la produzione di combustibili fossili e questo significa un doppio problema per le persone e per il pianeta”, afferma António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite.

Qual è, pertanto, la conclusione per quanti che a livello locale si stanno impegnando per efficienza energetica, energie rinnovabili, mobilità sostenibile, verde urbano, insomma, per un futuro vivibile? La conclusione può essere solo continuare con quello che si sta facendo da anni, senza essere né ottimisti, né pessimisti.

L’ottimismo, con la convinzione che tutto andrà bene, mentre l’evidenza dei fatti mostra il contrario; il pessimismo, pretendendo di sapere già che le cose finiranno male, peccando al minimo di presunzione, se non di stupido cinismo.

Continuare in quello che è giusto, per riprendere le parole di Alexander Langer, non significa però continuare a fare quello che si è sempre fatto; qualcosa sta cambiando. Ci ha sorpreso, ad esempio, nei risultati dei “Laboratori d’Azione dei Cittadini (Citizen Action Lab)” organizzati, quanto è alto il livello di informazione sulla transizione energetica anche tra i cittadini con una conoscenza cosiddetta “media” sul tema. Non necessitano di campagne di “sensibilizzazione”, sono già sensibili al tema e informati. Occorrono invece prospettive concrete e praticabili di come, ad esempio, partecipare alla transizione energetica usando, risparmiando e producendo energia.

Per i Governi locali questo implica un cambio di ruolo. Non più sensibilizzare e incentivare (per quest’ultimo comunque mancano le risorse economiche) ma facilitare, coordinare, incoraggiare –creare cioè le condizioni per i cittadini e le comunità che vogliono fare. Fare rete con altre città, provare, sperimentare in un approccio pragmatico del “trial and error”. I buoni esempi esistono e Alleanza per il Clima ed EnergyCities – nella loro assemblea annuale europea congiunta a Modena – hanno presentato casi di eccellenza. Un denominatore comune è l’inserimento in una visione comprensiva, spesso elaborata in un processo partecipativo con la propria cittadinanza. Cento città europee, di cui nove italiane, puntano alla neutralità climatica entro il 2030, una missione che funge da bussola. Il Patto dei Sindaci continua a essere il quadro di riferimento per oltre cinquemila Comuni italiani impegnati a ridurre le proprie emissioni di gas serra del 40% minimo entro il 2030, implementare azioni di adattamento ai cambiamenti climatici all’altezza dei rischi che stanno aumentando e affrontare al contempo le questioni sociali in città (povertà energetica). La Dichiarazione di Modena chiede equità e solidarietà nella transizione energetica.

Il Patto dei Sindaci, la Missione 100 città climaticamente neutre, il Green Deal, il Patto europeo per il Clima, sono tutte preziose iniziative della Commissione europea. Come affrontare però i cambiamenti climatici a livello locale rimarrà un compito degli enti locali, di Comuni e Regioni, e le soluzioni dovranno essere sviluppate e attuate sul luogo, partendo dalle sue condizioni specifiche, punti di forza e criticità. Continueremo ad affiancare i nostri membri nella sfida epocale dei cambiamenti climatici che – anche nel 2024 – richiederà impegno, creatività e tenacia.

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